La quotidianità con la poesia nel cuore.

Il 1954 segnò per Valter un nuovo inizio:  con un figlio vicino, le notti non sembrarono più così tormentate come un tempo.

Se la vijà a l’é mia sposa,

staneuit la mia a l’é nen na vijà tëmrosa…

(con tò respir davzin

che am compagna, seren, vers la matin).

(da Victor, ant la cun-a, davzin[1])

Venne anche il momento di cambiare nuovamente lavoro. Del Gobbo gli rivelò che a causa di problemi di salute aveva intenzione di chiudere la ditta e Valter iniziò a pensare a un posto di lavoro più sicuro. A ottobre 1956[2] entrò all’Anagrafe del Comune di Torino[3].

Diradò progressivamente la sua collaborazione con Ij Brandé. E Pinin Pacòt in una lettera affettuosa del primo agosto 1960 cercò di spronarlo: “Vinca tutti i complessi e mi mandi quello che ha, che certamente andrà bene. Non bisogna essere troppo difficili e nemmeno incerti; se no, non si fa niente a questo mondo, anche in poesia. L’anno scorso la sua poesia era ottima, quest’anno sarà lo stesso se non meglio”. La quotidianità del lavoro all’Anagrafe, altri nuovi incarichi extralavorativi e alcuni problemi familiari gli offuscheranno la linfa poetica ma soprattutto non gli consentiranno di dedicarsi, come avrebbe desiderato, a limare e cesellare i versi. Si accumularono i fogli con versi abbozzati e presto accantonati. A chi gli faceva notare il suo lungo silenzio poetico, rispondeva: “La poesia è una cosa seria. Non posso scrivere senza una vera, profonda ispirazione”.

Dal 1957 al 1963 fu rappresentante del Comune di Torino presso la sezione torinese dell’IsMEO dove si occupò anche di attività culturali e didattiche. Nel 1962 curò, con Guido Vanetti, una dispensa per il corso sulle civiltà dell’India e del Pakistan[4].

Nel 1970 il Comune di Torino, in procinto di inaugurare una nuova e moderna sede del Circolo Ricreativo Dipendenti Comunali, lo volle come Presidente, riconoscendogli non solo capacità organizzative ma anche rara equidistanza tra le diverse correnti politiche (allora, come è noto, molto più contrapposte di ora). Durante la sua presidenza furono inaugurate sezioni culturali e sportive rilevanti (e tuttora esistenti), furono organizzati viaggi anche all’estero, venne concesso il salone per conferenze, incontri, feste e mostre d’arte. Tra le altre iniziative curò anche l’avvio di una scuola di lingue orientali (con titolo riconosciuto dall’IsMEO di Roma) e una sezione di archeologia i cui iscritti, su invito di Rosanna Mollo, Sovrintendente della Valle d’Aosta[5], contribuirono dal 1975 agli scavi archeologici, inclusi quelli dell’area megalitica di Saint-Martin-de-Corléans.

La presidenza del Circolo si tramutò fin da subito in una preziosa occasione per approfondire il ruolo del tempo libero come momento non solo di svago, ma anche di crescita personale e culturale. L’argomento lo appassionò a tal punto da sceglierlo come tema della sua tesi di laurea.

All’inizio degli anni Ottanta gli venne affidata la direzione della nuova Anagrafe centrale di via della Consolata. In quegli anni entrò in vigore la Legge 15/1968 sull’autocertificazione senza che fosse ancora disponibile un regolamento esecutivo che stabilisse le modalità di attuazione. Diventò necessario per Valter studiare i dettagli della nuova Legge per mettere in atto le esatte interpretazioni e dare le esatte indicazioni all’ottantina di operatori dell’Anagrafe centrale e di quelle di Circoscrizione. L’esperienza maturata in questo ambito specifico fu tanto preziosa da essere richiesta anche dagli Uffici d’anagrafe di altre città. Venne così chiamato a tenere corsi e conferenze anche dopo il suo pensionamento raggiunto nel 1987. Ecco, in estrema sintesi, il suo contributo alle tematiche amministrative e anagrafiche e, in particolare, all’applicazione della Legge dell’autocertificazione:

  • Febbraio-giugno 1986, docente del corso di formazione per esecutori e istruttori amministrativi dei Centri Socio-Assistenziali”, organizzato dal Settore Amministrativo XIX Lavoro, Formazione e Sviluppo della Città di Torino.
  • 3-14 novembre 1986, docente del corso di “Formazione Ufficiali di Stato Civile e d’Anagrafe”, organizzato a Saint Vincent dalla Regione Autonoma della Valle d’Aosta
  • 4 marzo 1989, intervento al Convegno: Legge n. 15/1968 Autocertificazione “Un diritto del cittadino”, organizzato dal Comune di Salemi. A questo incontro partecipò anche Paolo Borsellino.
  • Marzo-luglio 1989, docente al “Progetto Servizi Anagrafe” realizzato dalla Scuola di Pubblica Amministrazione, Lucca (alla Scuola di Lucca terrà con cadenza semestrale dal 1989 al 1992 corsi specifici sulla legge n. 15).
  • Febbraio 1990, collaborazione al numero 2/90 del Notiziario di statistica dedicato a “I Servizi Demografici e il Centro Elaborazione Dati” con l’articolo “Anagrafe perché?”, pp.7-11.
  • Marzo 1990, collaborazione al n. 3 de I Servizi Demografici, Maggioli Editore, con l’articolo su “Legge n. 15/1968: autocertificazione «Un diritto del cittadino»”, pp. 363-388.
  • Marzo 1990, docente del corso su “I servizi demografici”, organizzato dal Centro Studi Amministrativi (C.S.A.), Torino
  • Maggio 1990, docente del corso su “Documentazioni amministrative – Archivio, protocollo e albo pretorio”, organizzato dal Centro Studi Amministrativi (C.S.A.), Torino
  • Marzo 1991, docente del corso su “Il nuovo regolamento anagrafico, anagrafe dei cittadini residenti all’estero (A.I.R.E.), Il nuovo modello AP/4 unificato”, organizzato dal Centro Studi Amministrativi (C.S.A.), Torino
  • Maggio 1992, docente del corso di aggiornamento professionale promosso dalla Comunità Montana Alta Valle Susa-Oulx su “Nuovo regolamento anagrafico, anagrafe dei cittadini residenti all’estero, dettagliata illustrazione della Legge 15/68, normative fiscali”.
  • Giugno 1992, collaborazione al numero del 1° semestre 1992 (Anno VIII, n.1) di Quaderni amministrativi, Rivista edita dal Centro Studi Amministrativi (C.S.A.), con un articolo su “Legge n. 15/1968: autocertificazione “Un diritto del cittadino”, pp. 104-123.
  • Settembre 1992, relatore al Seminario su “Le innovazioni legislative dei servizi anagrafici e di stato civile” organizzato dal Centro Studi Amministrativi (C.S.A.), Torino.

Per i corsi preparò dettagliate dispense per la cui redazione imparò a usare il personal computer 80486 e la stampante ad aghi. Un lavoro redazionale molto apprezzato soprattutto dal Centro Studi Amministrativi di Torino e dalla Scuola di Pubblica Amministrazione di Lucca.

Alla fine degli Anni Ottanta iniziò a raccogliere, su invito di Camillo Brero, le poesie che aveva scritto negli anni, e gli fu sufficiente tornare col pensiero a quel mondo poetico per ritrovare l’ispirazione lirica e scrivere una composizione di pura nostalgia con un avvio di sapore quasi dantesco[6].

Pacòt, mi i vorerìa ancor con Ti

con Brero, con Gastaldi e con Morel,

vive l’anciarm e la passion ’d coj di

con Tò consèj davzin, ferm e fedel.         (da Pacòt, mi i vorerìa[7])

Il titolo della silloge fu Temp d’anciarm[8] che rimanda a quel “tempo di incanto”, intenso e appassionante che aveva vissuto con Pinin Pacòt e i talentuosi giovani che ne condividevano la ricerca poetica e linguistica. Valter mai dimenticò che proprio tra loro e grazie al loro sostegno riuscì a traghettare la propria anima tormentata dalle sofferenze della guerra a un mondo nuovo da scoprire con impegno ogni giorno con quella strana sensazione di incanto che mai lasciò i suoi occhi.

* * *

Il 20 marzo 2004 si addormentò mentre, con un filo di voce, le sue labbra recitavano

ch’am preserva ’l dëstin

da la frosa dësmentia ’d col sègn ch’i son Mi. (da Làuda ’d sorela rason[9])

Il suo spirito poté allora volare sereno verso Bussoleno e, superando il Rocciamelone, toccare dopo qualche istante i monti più alti della sua Valle. Siamo certi che da quelle vette i suoi occhi si rivolsero poi a Oriente per salutare anche la sua Venezia.


[1] Ij Brandé, n. 227, 15 febbraio 1956, p.901 (ripubblicata in in Agostini 1991, p. 39-40 e in Piemontèis Ancheuj n. 6, 2024, copertina

Temp d’anciarm, p.39-40

[2] La sua prima busta paga fu di L.49.980.

[3] All’Anagrafe rimase fino al 1987, con una breve parentesi, dal 1968 al 1970, come direttore didattico del Centro di formazione professionale “Mario Enrico” di via Bardonecchia 151 e in seguito  dell’Istituto professionale L. Lagrange di via Gené 14.

[4] Appunti di civiltà dell’India e del Pakistan, a cura di Guido Vanetti e Valter Agostini, Torino, G. Giappichelli, 1962.

[5] Il resoconto di questi scavi è pubblicato in R. Mollo Mezzena, “Augusta Praetoria. Aggiornamento sulle conoscenze archeologiche della città e del suo territorio”, in Rivista di Studi Liguri anno 41-42 (1975-1976), p. 147-257 e in altri successivi quali R. Mollo Mezzena “Augusta Praetoria ed il suo territorio, in Archeologia in Valle d’Aosta dal neolitico alla caduta dell’impero romano, 3500 a.C. – V sec. d.C., Aosta, 1981, p. 63-131; R. Mollo Mezzena, “Augusta Praetoria. Aggiornamento sulle conoscenze archeologiche della città e del suo territorio”, in Atti del Congresso sul Bimillenario della città di Aosta, Cuneo, 1982, p. 205-315.

[6] Il primo verso di Pacòt, mi i vorerìa pare seguire il ritmo di Guido, io vorrei che tu, Lapo ed io….

[7] Agostini 1991, p. 70.

[8] Agostini 1991.

[9] Agostini 1991, p. 61-62.